Perché parlarne non basta mai. L’anoressia è un problema che abbiamo già affrontato in occasione della tragica scomparsa di Isabel Caro nel novembre del 2010. Purtroppo i casi di donne e uomini colpiti da questa “malattia” non accennano a diminuire. La mancata accettazione di sé dilaga e il risultato lo si vede tra la gente. Negli occhi inebriati volti alle passerelle di quelle ragazzine convinte che il magro sia bello.
Molti stanno reagendo a questa realtà stravolta dalla moda d’élite. Dopo che molti stilisti famosi hanno iniziato ad “accettare” la taglia 44 per alcune delle loro collezioni, i giornali tornano a farsi sentire. L’ultimo in ordine temporale è il Plus Model Magazine con la sua campagna contro l’anoressia. Il web è impazzito dietro questa notizia proprio per la sua originalità. La bella Katya Zharkova, modella fiera della sua 44, è stata fotografata senza veli. Insieme a lei, senza volto, una donna eccessivamente magra. La bellezza trasformata dalla mancanza di sostentamento è solo una delle metafore percepibili da quegli scatti. Lei – bella, formosa, piena – mostra fiera il suo corpo e la sua salute. Mostra la sicurezza in quei chili in più (fuori dall’ordinaria visione massificata). Sono fotografie in cui si evince la bellezza delle forme, un sorriso pieno di quella gioia da cui effettivamente dovrebbe nascere.
Non siamo nuovi a queste campagne. Anche Vogue Italia propose Tara Lynn, Candice Huffine e Robyn Lawley in lingerie, nei loro splendidi corpi morbidi in bianco e nero. Purtroppo, però, la colpa dell’instabilità dell’equilibrio psicofisico della nuova società non può essere affibbiata solo alla moda. Anche la pubblicità ha partecipato con la sua forza persuasiva a trasmettere un messaggio sbagliato sul concetto di corpo, soprattutto il femminile. Da sempre oggetto di desiderio, da sempre unico elemento preso in considerazione affinché un uomo possa considerare una donna, secondo la visione distorta di quest’ultime (mai effettivamente confermata dal genere maschile, ma con un notevole riscontro in fatto di vendite). Ancora risulta difficile capire il momento in cui il processo diviene irreversibile. Quando, cioè, il voler dimagrire per stare bene con se stesse si trasforma in malattia da cui è difficile uscire. Effettivamente non si sa neanche se scaturisce dal desiderio di star bene con se stesse oppure di piacere agli altri.
La campagna contro l’anoressia è stata, è e sarà necessaria. Con questo, però, non si vuole certamente incentivare una sregolatezza con il cibo e l’eventuale obesità. Bisogna star bene in un corpo sano. Bisogna condurre una vita, più o meno, equilibrata. Si dovrebbe seguire una dieta completa di tutti gli elementi necessari al sostentamento, senza abusare né privarsi. Anche l’attività fisica dovrebbe essere presa come abitudine. Per i più pigri basta camminare trenta minuti al giorno (a passo sostenuto) per raggiungere il minimo capace di poter portare avanti l’ “ingranaggio” della macchina-corpo in modo corretto.
Roberta Santoro
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